Nel cammino di una comunità che vanta una storia millenaria,
illuminata dalla Luce di San Francesco, trenta anni possono
sembrare un percorso molto breve. Ma noi che viviamo questa
epoca, abbiamo un altro metro per misurare il tempo. Questi
sono decenni che bruciano tutto con grande velocità, i nostri
sono i tempi dell’usa e getta, la società dei consumi è quella del
bombardamento quotidiano di slogan e notizie; nel mondo di oggi
tutto è fatto per durare lo spazio di un attimo, per esaurirsi in un
istante.
In questo senso, essere qui oggi e festeggiare la trentesima
edizione del nostro Festival Internazionale di Musica d’Organo,
è un atto che ci rende particolarmente orgogliosi. Una storia in
controtendenza, che eredita dal carisma francescano il senso
dell’umiltà e della gioia, e ripropone, grazie all’impegno silenzioso
di chi ci lavora, concerti di elevato livello artistico rendendoli
accessibili a tutti, in un luogo da dove la spiritualità si emana per
raggiungere ogni angolo del pianeta.
La mia età mi consente di ricordare bene le prime edizioni
del Festival e ora il poter festeggiare la trentesima edizione da
Primo Cittadino mi riempie di gratitudine e gioia. Vi assicuro che
sento forte dentro di me il senso del lascito culturale e spirituale
di questo evento, tanto da convincermi a continuare e garantire
l’impegno dell’Amministrazione Comunale sia oggi che in futuro.
Ringrazio dunque la Comunità Francescana, l’Amministrazione
Comunale, il Direttore Artistico, i musicisti che avremo il piacere
di ascoltare, e tutto il pubblico partecipe e appassionato come
sempre. È forte in noi il senso di appartenenza ad una comunità
che anche fra queste note riconosce la propria originale identità,
e la sa tramandare a chi verrà dopo di noi.
Il Sindaco di Chiusi della Verna
Giampaolo Tellini
La rassegna dei concerti d’organo alla Verna ha raggiunto
la sua XXX edizione. Questo fatto ci porta ad ammettere che il
crudo sasso – oltre ad essere un luogo carico di spiritualità: qui,
infatti, Francesco da Cristo prese l’ultimo sigillo – può essere
considerato come il Monte dove l’arte, nei suoi diversi linguaggi,
raggiunge suggestive esplicitazioni. L’architettura del complesso
conventuale, i rilievi invetriati realizzati dai Della Robbia, i dipinti
e gli arredi liturgici conservati sia negli ambienti interni sia al museo
sono alcuni esempi. Alla Verna creatività e ingegno travalicano i
confini dell’architettura, della scultura e della pittura per sfociare
nella consolidata tradizione del Festival di musica d’organo. La
musica distende lo spirito, suscita sentimenti profondi ed invita
quasi naturalmente ad elevare la mente e il cuore a Dio (Benedetto
XVI).
Alla luce di questa citazione possiamo ricordare l’episodio
narrato nei Fioretti: «[…] santo Francesco molto indebolito […]
cominciò a pensare della ismisurata gloria e gaudio de’ beati di vita
eterna; e sopra ciò incominciò a pregare Iddio che gli concedesse
grazia d’assaggiare un poco di quello gaudio; e istando in questo
pensiero, subito gli apparve un agnolo con grandissimo isplendore,
il quale avea una viola nella mano sinistra e lo archetto nella
diritta; e stando santo Francesco tutto stupefatto nello aspetto di
questo agnolo, esso menò una volta l’archetto in su sopra la viola;
e subitamente tanta soavità di melodia indolcì l’anima di santo
Francesco e sospesela sì da ogni sentimento corporale che, secondo
che e’ recitò poi alli compagni, egli dubitava, se lo agnolo avesse
tirato l’archetto in giù, che per intollerabile dolcezza l’anima si
sarebbe partita dal corpo» (FF 1914).
A questo punto – oltre ad esprimere un sentito ringraziamento
al Mº Eugenio Maria Fagiani, che in qualità di Direttore artistico
ha coordinato l’organizzazione del Festival, al Comune di Chiusi
della Verna e agli Organisti che si esibiranno – desidero augurare a
tutti i partecipanti, per quanto è possibile, ciò che ha sperimentato
il Poverello di Assisi. Ogni concerto sia per ciascuno l’occasione
per lasciarsi raggiungere dalla soavità e forza della musica la quale,
toccando il cuore, lo apre alla riflessione e lo eleva, conducendolo
alla contemplazione di Colui che è la nostra quiete e dolcezza.
Guardiano della Verna
Fra Francesco Ruffato OFM
Siamo arrivati alla XXX Edizione del Festival Internazionale
di Musica d’Organo della Verna (FIMO). Questa frase, da sola, è
motivo di grande gioia e responsabilità. Gioia perché indica che il
successo di questa manifestazione è davvero notevole, e giustifica
gli sforzi che l’Amministrazione Comunale e la Comunità
del Santuario sostengono per la sua adeguata realizzazione.
Responsabilità, perché date le premesse è sempre più importante
il compito di portare avanti il testimone di questa eredità culturale
prima ancora che musicale.
Dal punto di vista artistico sono molto lieto di annunciare che
per questa edizione del festival avremo uno dei maggiori esponenti
della scuola organistica francese per inaugurarne i festeggiamenti.
Infatti Maurice Clerc è erede e continuatore di una scuola che
sembra non conoscere confini, questa l’idea che ci ha spinto ad
invitarlo ad inaugurare la nostra stagione.
A differenza degli ultimi due cartelloni, quest’anno ho pensato ad
un tema un poco diverso che fosse filo conduttore dei programmi:
la gioia. Che si esprime anche attraverso quell’enfatizzazione del
numero 7, proprio di quest’anno 2017. Numero che rappresenta
l’universalità, il tutto, e che è alla base del messaggio Cattolico
(ossia universale). Da qui le varie proposte che i nostri ospiti
hanno presentato, cui ho lasciato la massima libertà in questa
occasione.
La Verna è luogo ove la tradizione musicale è parte integrante
della propria stessa vita. Anima il bosco, con il coro della natura
che vi si esprime da par suo in una sinfonia continua, anima le
pietre stesse che ne formano lo scoglio se le vogliamo ascoltare.
È parte attiva, non un decoro, delle Liturgie che quotidianamente
lodano il nostro Creatore. La musica organistica di questi concerti
non fa che continuare questo soffio incessante che auguro a tutti
i nostri ospiti di poter portare con sé. I nostri momenti musicali
infatti iniziano già nei nostri cuori quando ci spingono a salire
sul Sacro Monte, e una volta giunti in Basilica proseguono. E
finalmente terminano in quella Coda, secondo il linguaggio
propriamente musicale, che il nostro animo conosce nel ritorno
a casa.
Grazie a quanti si operano per il bello svolgimento di questi
appuntamenti musicali, e a quanti qui convengono per gustare
un Festival che, ospitato nel novello Golgota, genera una delle
eccellenze musicali italiane.
Il Direttore Artistico
Eugenio Maria Fagiani